I migliori assaggi di VinItaly 2023

di Antonio Stanzione

Si è chiuso VinItaly 2023, certamente la manifestazione enologica italiana più attesa da produttori, buyers e winelovers.

Oltre 90.000 presenze hanno affollato i quattro giorni della kermesse che come, almeno per noi di Guida Bio, sono volati via troppo in fretta.

Tantissime le aziende che avremmo voluto visitare, ma non ci siamo riusciti.

VinItaly è una manifestazione che ti seduce e alla fine dei quattro giorni ti abbandona, lasciandoti, però, ricordi, esperienze ed emozioni vivide ed indimenticabili.

E noi vogliamo condividere con voi le nostre emozioni e i nostri migliori assaggi.

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Gli assaggi

Cantina Scuropasso conferma la sua grandissima propensione per il metodo Classico, con vini eleganti e territoriali; ne scegliamo uno in particolare e lo facciamo per la sua verticalità e la capacità di emozionare, Roccapietra Zero 2017.

Cordero San Giorgio afferma ancora una volta, laddove ce ne fosse bisogno, la maestria nella produzione di Pinot Nero, tra i vitigni più nobili e difficili al mondo da coltivare e vinificare; il suo SG’67 2019 è un vino fine, complesso e dal lungo potenziale di invecchiamento.

Dall’Oltrepò si passa in Franciacorta con una bellissima scoperta, Terre D’Aenòr, un’azienda giovane e dinamica, che dona nettari dal fine perlage e fragranza di frutto, su tutti spicca il Franciacorta Extra Brut 2018.

Un salto nel Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG dove ad attenderci c’è Perlage, che dopo averci coccolati e ammaliati con i suoi nettari storici, raccontati da Ivo Nardi, ci stupisce con il nuovo nato, Tiziano Extra Brut 2022, tipico, salino e coinvolgente.

Poi, ad attenderci c’è Alessandro Perini, giovane ad di Cantine Romagnoli, che dopo una lunga esperienza in giro per il mondo, ritorna in Emilia Romagna per stupire e catturare tutti con i suoi spumanti, un mix perfetto di finezza e verticalità, uno su tutti il Pigro millesimato 1995, un esemplare più unico che raro considerando la limitatissima produzione.

Continua il nostro viaggio enologico da nord a sud dello stivale, approdando così in Sicilia da Palmento Costanzo, dove abbiamo il piacere di ritrovare vecchi amici e assaggiare i nuovi prodotti, tutti contraddistinti da grande mineralità ed eleganza.

Ci spostiamo di pochissimo, restiamo, infatti, sull’Etna passando da Sofia Ponzini di Tenute Bosco, qui l’eleganza e la sobrietà fanno la parte del leone, unite alla solarità e alla simpatia della sua giovane proprietaria che ci fa degustare il tipico e diretto Piano dei Daini rosso 2019.

Scendiamo dall’Etna ma restiamo in Sicilia, spostandoci a Gela, da Casa Grazia, dove siamo accolti con l’assaggio di un altro vino premiato con la nostra menzione speciale, la Foglia d’Oro 2023, Vi Veri 2019 un nettare dominato da frutta matura a bacca rossa e dal sorso goloso.

Non poteva mancare e, infatti non manca, il mio passaggio da Sergio Mottura, dove ad accogliermi con la solita simpatia, amicizia e cordialità c’è Giuseppe Mottura con il quale ho il piacere di assaggiare i nuovi Latour a Civitella e Poggio della Costa che, come al solito, si confermano due veri e propri cavalli di razza.

Chiusa la prima giornata ,si riparte e si ritorna in Oltrepò Pavese, questa volta ad attendermi è Francesca Seralvo di Tenuta Mazzolino, che dopo averci raccontato l’azienda e fatto assaggiare i suoi vini, ci rapisce con il Noir 2019.

Dall’Oltrepò alle Langhe per un incontro che auguro a tutti gli appassionati di vino del belpaese, è ancora una donna ad affascinare e attrarre con i suoi nettari, l’unica donna a partecipare alla rivoluzione dei Barolo Boys, di chi sto parlando? Della mitica Chiara Boschis che dopo i suoi racconti, ci manda completamente in estasi con il suo Barolo Cannubi.

Non poteva mancare il Veneto con la mitica Valpolicella e allora ci fermiamo da Michele Tessari di Cà Rugate, qui, oltre ai soliti immancabili e buonissimi vini della sua azienda, Michele tira fuori un prodotto del tutto innovativo, il Vermouth di Amarone, che per utilizzare le parole dello stesso patron dell’azienda è un autentico petardo.

Il cuore, la passione e l’amicizia mi conduce da Mariano Buglioni, eccezionale padrone di casa di una delle aziende del mio cuore, dove cura dei dettagli e amore per la Valpolicella, insieme a tecniche enologiche innovative portano all’assaggio dell’Amarone Riserva Amphora “Teste Dure” 2015, prodotto in soli 3213 esemplari, un amarone di nuova concezione dalla eccezionale bevibilità.

Da un Amarone all’altro, si passa da Speri, una delle aziende di riferimento della Valpolicella; incontrare e abbracciare Paolo è sempre un grande onore oltre che un piacere, lo stesso piacere che ci dona con il suo Amarone Classico Vigna Sant’Urbano, senza dubbio uno dei riferimenti della denominazione.

Ancora Valpolicella e ancora Amarone, stavolta è Elena Coati di Corte Rugolin a fare gli onori di casa e a sorprenderci con l’assaggio teso, morbido, dinamico ed elegante del suo Amarone Classico Crosara delle Strie 2016 premiato con la nostra menzione speciale, la Foglia d’Oro 2023.

Restiamo nella Valpolicella Classica e facciamo un salto da Marco Speri di Secondo Marco; a stupire il consumatore sarà senza dubbio alcuno la ricerca e singolarità nel packaging, ma anche vini eleganti e capaci di emozionare, uno su tutti Fumetto ’08, dal carattere armonico, equilibrato ed elegante.

Non potevano mancare altri due amici all’appello, sto parlando di Ilaria Nidini e Nicola Campagnola di Tenuta Santa Maria Valverde, il loro Amarone Classico 2014 è semplicemente un vino che ti lascia senza parole, buonissimo.

Ancora stima, affetto e amicizia ci portano verso un’altra azienda che ha fatto la storia della Valpolicella, ad accoglierci è Sabrina Tedeschi in uno stand moderno ed elegante, le stesse doti che troviamo nei suoi vini, che esprimono anche tipicità e carattere.

Di corsa, è tempo di conoscere una nuova azienda, stavolta marchigiana, stiamo parlando di Conti degli Azzoni, dove visione, rispetto per il territorio e per la natura si fondono nel vino, che è solo uno dei tanti asset dell’azienda.

Il secondo giorno si chiude ancora in Veneto, ma stavolta usciamo dalla Valpolicella per andare da Italo Cescon, ancora grandi emozioni insieme a Gloria Cescon e la sua fantastica famiglia, che ci racconta la visione dell’azienda e la linea TesiRare ma che ci consente di toccare il cielo con un dito grazie ad un assaggio più unico che raro, Madre 2014, chapeau.

Dopo una seconda giornata così carica di emozioni e grandissimi vini, nessuno poteva aspettarsi un martedì altrettanto entusiasmante ed invece eccoci qui, ripartiamo dal Veneto e da quella Valpolicella con la consegna del premio packaging di Guida Bio 2023 a Camilla Rossi Chauvenet, di Massimago, che emoziona sempre con la sua Foglia d’Oro 2023, l’Amarone “SVM400” 2016.

Sempre in Veneto ad accoglierci è Elena Tessari de La Cappuccina, tra i pionieri del biologico in Italia, con Elena facciamo un viaggio virtuale nelle terre del Soave, dove nasce il suo Monte Stelle 2020, dal carattere deciso e verticale.

Ancora un Soave, ma stavolta è Chiara Maria Mattiello, che ci ospita da Pieropan, che quest’anno pare si sia addirittura superata con il suo Soave Calvarino 2021, un grande vino di una grande azienda che non sbaglia un colpo.

E’ la volta di Eleva e di riabbracciare un amico come Davide Gaeta, trovarlo di nuovo in pista a raccontare le creazioni sue e di Raffaella Veroli; quest’anno hanno portato alla Foglia d’Oro per il Valpolicella Classico Fralibri 2021.

Ma è ora di guardare al futuro e allora non poteva mancare un salto da Le Carline, una delle aziende che più di tante altre sta facendo un focus sui cosiddetti vitigni resistenti PIWI e siamo felici di parlarne con Alessandro Piccin, ovviamente, degustando un grande calice di Lison Classico 2020.

E’ ora di lasciare il nord per tornare verso sud, quindi, saltiamo in Sicilia, dove ad attenderci troviamo Paolo Calì, che oltre al suo intrigante Osa, che ricordiamo “non è un vino tranquillo”, ci fa assaggiare i suoi nuovi nati, ne vedrete delle belle.

Andrea Annino di Tenuta Valle delle Ferle ha un debole per il suo Murgentia Bianco, un nettare che migliora di anno in anno, ma il suo Cerasuolo è e resta un vero cavallo di razza, capace di saltare ostacoli a ripetizione.

Ovviamente, non poteva mancare la Toscana e allora eccomi da Monica Raspi di Fattoria Pomona, qui, a quel monumento del Chainti Classico 2017 si fondono alla perfezione vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon.

Le Cinciole è un’altra di quelle aziende capaci di non sbagliare un colpo, finalmente, dopo qualche anno di conoscenza telefonica, ho avuto il piacere di poter stringere la mano a Valeria, che mi accompagna in un percorso in cui è difficile scegliere un vino, ma Aluigi Gran Selezione 2018 punta in alto, molto in alto.

Vittorio Navacchia di Tre Monti ci accompagna in Emila Romagna, ovviamente, non poteva mancare l’assaggio di un vino tanto territoriale quanto unico, uno di quelli che potresti riconoscere tra tanti, Vitalba 2021, prodotto da Albana in purezza.

Valentino Valentini di Bocale ci fa fare un viaggio all’insegna del Sagrantino di Montefalco, ma a stupire, oltre al suo Montefalco Sagrantino 2018, premiato con la Foglia d’Oro di Guida Bio 2023, c’è il Trebbiano Spoletino, verticale e territoriale.

Ma è ancora tempo di Piemonte, dove Bosio Family Estates ci rapisce e coinvolge con una grande espressione di Barbaresco, quel Passato 2019 che esprime grande armonia, eleganza e finezza gusto olfattiva.

Restiamo ancora in Piemonte e andiamo da Icardi, un’altra azienda affermatasi negli anni come uno dei punti di riferimento delle Langhe; ad accoglierci Mariagrazia e Claudio, capaci di stupire per trasmettere nel calice la loro stessa solarità. Parej 2018 è quello che ci fa battere il cuore.

Non potevano mancare all’appello i fratelli Funaro, capaci di mantenere uno standard qualitativo sempre molto alto in tutti i propri vini, ma dopo la novità dei macerati dello scorso anno, questa volta hanno tirato fuori un vino da far venire la pelle d’oca, solo 952 esemplari per questo nettare che si chiama Vecchietta.

Sobrietà, eleganza e cura dei dettagli in tutte le fasi della lavorazione è ciò che contraddistingue le sorelle Sala di Gorghi Tondi, capaci di trasmettere questi valori anche nei propri vini, superlativo il Grillodoro Vendemmia Tardiva 2017.

Sergio Francesconi mi accoglie da Tenute Pieralisi, qui simpatia, charme ed eleganza sono di casa e Sergio è veramente una persona straordinaria, il Metodo Classico 1622 dedicato a Francesco Scacchi e al suo “De Salubri Potu” è uno spumante intrigante e cremoso.

Non poteva, ovviamente, mancare la Campania, Ciro Giordano di Cantine Olivella ci porta a fare un tour virtuale del Vesuvio attraverso i suoi vini, tutti estremamente identitari e fini, la stessa finezza e territorialità che troverete nel suo Summa; affascinante il restyling stilistico delle etichette.

Chiudiamo il nostro tour in Irpinia, la regione nella regione, siamo a Lapio da Edoardo e Adolfo Scuotto che da quest’anno hanno deciso di affiancare ai classici loro vini un nuovo nato, un Fiano biologico di nome Aidos, tipico, fine e verticale, un nettare del quale si sentirà molto parlare come si è sentito parlare molto di uno dei vini di punta di Tenute Scuotto, un altro Fiano di nome Oi Nì, “manifestazione liquida di un sogno enoico”. Infine, Adolfo mi ha fatto un regalo capace di commuovermi, di emozionarmi, con l’assaggio della prima annata prodotta di questo fantastico nettare, la 2011, che è uno dei vini del cuore per me.

Da VinItaly 2023 è quasi tutto, al prossimo appuntamento, dal 14 al 17 aprile 2024.

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