Cristina Bowerman, estro creativo e talento

di Cristiana Antonelli

Cristina Bowerman è una Chef italiana di origini pugliesi; laureata in Giurisprudenza si è trasferita negli States per specializzarsi negli studi legali. Contemporaneamente lavora in un ristorante e si appassiona talmente tanto alla cucina da conseguire un’altra laurea in Culinary Arts.

Ecco come la curiosita’ per la vita ancora una volta premia e fa fare percorsi non previsti; il trasferimento americano infatti segnera’ una svolta decisiva nella sua vita, un vero e proprio evento serendipico, ovvero inaspettatamente trovato mentre se ne cerca un altro di natura diversa.

Ora la troviamo a Roma nella sua Glass Hostaria nel cuore di Trastevere a Roma, 1 Stella Michelin.

Vediamo cosa ha di interessante da raccontarci la nostra Cristina Bowerman

Come descriveresti il tuo ristorante e cosa lo rende unico?

E’ un ristorante totalmente fuori dagli schemi rispetto al quartiere in cui è situato; ha infatti un taglio moderno realizzato dal noto architetto Andrea Lupacchini e Glass è stata una delle sue opere più importanti; dunque una situazione fuori contesto destinata ad arginarsi presto, a detta di molti, invece sono 17 anni che questa realtà è in piedi.

Cosa ti ha dato l’esperienza americana in termini lavorativi e personali?

Tantissimo perchè mi sono formata non solo come professionista ma anche come persona; ho assorbito al massimo la mentalità americana e la loro cultura in maniera positiva nel senso di team playing, continui aggiornamenti, ambizione e nello stesso tempo raggiungimento di obiettivi sempre diversi e più elevati.

Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa della tua vita? 

No assolutamente, non cambierei nulla; io parto dal presupposto che la scelta che ognuno di noi fa nella propria vita sia semplicemente la scelta migliore in quel momento storico con le informazioni e lo stato emotivo di allora, dunque ogni scelta non è mai sbagliata. 

Quale è la fonte principale di ispirazione dei tuoi piatti?

Non ce n’è una in particolare, può essere una fotografia, una immagine, un profumo, un fiore; sicuramente attingo tantissimo dai miei viaggi che mi danno una sensazione di libertà, essendo poi una persona curiosa ordino nei ristoranti quello che non conosco e nei mercati faccio la stessa cosa; in ogni città dove vado infatti mercati e supermercati sono la mia prima tappa, mi piace vedere cosa mangia la gente del posto, quali ingredienti non conosco e come li trattano.

Cristina Bowerman

Cristina Bowerman

Qual è il tuo piatto del cuore?

Non può che essere pasta e piselli, piatto irripetibile preparato da mia nonna Antonia, in cui sono presenti i ricordi e le memorie che mi legano a lei.

Quali ingredienti non mancano mai nei tuoi piatti?

Più che ingredienti direi texture; non sono una persona che si affida a tutti gli ingredienti ma nei miei piatti trovi sicuramente la textura, il croccante, il morbido, il vellutato che sono poi altri sapori. Mi piace che i piatti abbiano picchi alti e bassi come rappresentato in un grafico ovvero non un sapore unico ed eterogeneo, che è invece una caratteristica della cucina laziale dal primo all’ultimo boccone.

Come è Cristina Bowerman nella cucina di casa con la propria famiglia?

Cucino raramente; mio figlio Luca in una delle rarissime interviste rilasciate ha confermato che il suo piatto preferito è la pasta al tonno rossa preparata dalla babysitter Lucia che vive con noi e non quella preparata da sua madre che è bianca.

Sono dunque pessima (ride NdR) incluso il mio frigorifero che è quasi sempre vuoto.

Che persona sei caratterialmente?

Non lo so, lo dovrebbero dire gli altri, quello che posso dire è che sono una persona responsabile su cui poter fare affidamento, sono molto focalizzata, se ho un target sono esclusiva, voglio raggiungere quell’ obiettivo, mi concentro finche’ non lo conseguo per poi spostare l’asticella verso qualcos’altro. Sono anche molto diretta a volte poco diplomatica ma credo che questo faccia parte della mia educazione. Sono una donna del Sud e dico sempre che noi ci svegliamo con il coltello tra i denti.

Cristina Bowerman

Cristina Bowerman

Regalaci qualche aneddoto legato al tuo lavoro

Ce ne sono tanti che me ne vengono in mente; un episodio tra i più  divertenti è quando mi ha chiamato il mio Maitre con il quale lavoriamo ancora insieme dopo 15 anni e mezzo, e mi ha detto che si era rotta la pompa dell’acqua causando l’allagamento dell’area intorno al tavolo 19; nei pressi era seduta una coppia che non sapevo dove spostare visto che il ristorante era pieno ed ho esordito dicendo che dovevano ritenersi fortunati perchè quello era uno spettacolo raro, che accadeva una volta ogni tanto in quel locale. Sono scoppiati tutti a ridere perchè non sapevo più cosa dire. 

Che ne pensi dell’agricoltura biologica?

Penso sia fondamentale; già quando vivevo in California negli anni 1992-1993 si parlava di agricoltura biologica. Loro lì sono molto assolutisti quando parlano di biologico. Quindi parliamo di una coltura che, non utilizzando prodotti chimici a difesa della terra, riesce a donare un frutto quanto più naturale possibile.

Tra l’altro l’uso dei pesticidi stressa molto il terreno quindi poi ci ritroviamo con terreni che non possono più essere utilizzati. La rotazione che c’era generazioni fa oggi non esiste più e questo è un danno ecologico notevole oltre che quello che mangiamo non è più cosi naturale come era un tempo, per questo motivo mi piacerebbe che sempre più agricoltori si convertissero al biologico.

Regalaci il tuo sogno nel cassetto

Vivere 6 mesi negli Stati Uniti e 6 mesi in Italia; inoltre vorrei tanto che mio figlio un giorno studiasse negli Stati Uniti o comunque facesse una esperienza di full immersion all’ estero.

Ogni giovane dovrebbe fare una esperienza all’estero, non stare tra gli Italiani ma immergersi nella cultura del posto. Vivere all’estero ti da una visione della vita, delle persone di quello che esiste al di fuori dei nostri confini estremamente importante per la nostra formazione; se potessero fare una esperienza di questo genere sono sicura che ci sarebbe meno razzismo perchè ci si renderebbe conto che esistono culture altrettanto valide come la nostra, spesso siamo un pò chiusi.

Invece del servizio militare obbligatorio dovrebbe esserci un anno all’estero sarebbe fondamentale; questa è una delle leggi che dovrebbero essere approvate per il bene dell’umanità.

Noi non possiamo che ringraziare la preziosa Chef Cristina Bowerman, di Glass Hostaria, per l’estrema cortesia e disponibilità.

Un caro saluto da parte mia e da tutta la redazione di Guida Bio.