“Incontri ad arte” da Casina Valadier

Redazione

CASINA VALADIER, SI È CONCLUSO IL PRIMO TALK DI “INCONTRI AD ARTE”: “NECESSARIO FARE SISTEMA TRA PUBBLICO E PRIVATO PER VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE E BRAND ITALIA NEL MONDO”!

Un patto tra cultura, imprese e istituzioni per affermare il patrimonio culturale e brand Italia nel mondo. Si è chiuso il primo dei talk ospitati a Casina Valadier a Roma dal padrone di casa Massimiliano Montefusco, nell’ambito del panel “Incontri ad arte”, moderato dalla storica dell’arte Giulia Silvia Ghia, Presidente e fondatrice dell’associazione non profit Verderame Progetto Cultura con sede a Roma, e organizzato in collaborazione con RDS e con la Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, fondata dai professori Pellegrino Capaldo, Sabino Cassese e Marcello Presicci, per formare i giovani e renderli “classe dirigente preparata” e civil servants al servizio della comunità sia nel pubblico che nel privato. Un momento di confronto aperto alla cittadinanza, che ha registrato un grande interesse per la necessità ormai improcrastinabile di fare sistema tra pubblico e privato per valorizzare le ricchezze artistico-architettoniche di Roma e del Belpaese, in un momento di transizione verso la ripresa economica, in cui il mondo dell’imprenditoria culturale è qui, disponibile e pronto a fare la propria parte. Punto di forza del brand Italia, però, queste realtà però non devono restare invisibili e inascoltate. Ecco che, allora, il panel ha voluto approfondire la normativa esistente nel finanziamento alla conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali per un fine preciso: la nascita di un cultural desk che possa creare e favorire il dialogo e la sinergia fra pubblico e privato, ponendosi come collettore di aziende e progetti della filiera dei Beni Culturali. In apertura, Massimiliano Montefusco, promotore del nuovo corso green e sostenibile di Casina Valadier, ha sottolineato l’imperante necessità di fare sistema tra i principali protagonisti del mondo della cultura e delle imprese: “Occorre scrivere la parole “Fine” a una frammentazione di voci perdurata troppo tempo. L’unità di intenti, frutto di un processo allargato che sia rappresentativo di ogni singola realtà, deve essere la strada per costruire il futuro che merita la Capitale d’Italia, terra di infinite bellezze. Dobbiamo soprattutto essere le singole voci ma di un dialogo corale, partecipato, costruttivo e autorevole. Le imprese che fanno Cultura, le istituzioni e il privato, devono essere sempre in prima linea nel promuovere – attraverso un continuo confronto – un processo che vada nell’unica direzione di ridare al patrimonio di Roma ciò che merita”, ha detto Montefusco. Un’esigenza non più procrastinabile, alla luce delle sfide che ci attendono in questo momento di transizione, in cui Roma è chiamata a ospitare grandi appuntamenti di portata mondiale, come il Giubileo e, speriamo, Expo 2030.

A Casina sul tema si sono confrontati esperti di Cultura, Ambiente e Moda, settori portanti per la rinascita del sistema Italia anche in ottica globale, da professori a operatori culturali, fino a figure di rilievo in imprese protagoniste del dibattito politico-economico. Con Giulia Silvia Ghia, che ha promosso e moderato il talk, si è parlato dell’importanza di “Donare un futuro al passato”, promuovendo idee, mettendo a frutto risorse, sposando quelli che sembrano talvolta essere solo ambiziosi progetti per creare valore: “Nel nostro Paese abbiamo importanti riferimenti normativi a vantaggio degli investimenti culturali; quest’ultimi, tuttavia, andrebbero approfonditi in ottica imprenditoriale con l’obiettivo di creare quelle necessarie sinergie virtuose con le istituzioni preposte alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio”, ha sottolineato Ghia, da sempre fautrice della costruzione di ponti tra realtà private e Beni culturali pubblici.

Ha aperto il panel il professor Michele Trimarchi, Docente di Economia della Cultura e Scienza delle Finanze, strenuo sostenitore della necessità di fare rete, perché “la Cultura e l’Economia sono le facce di una stessa medaglia. Mi auspico che finiscano i particolarismi che mettono l’uno contro l’altro e si celebrino le individualità che, lavorando in sinergia, giungano a un obiettivo di interesse comune”, ha detto. Del valore del Brand Italia e delle professioni dalla formazione alle ICC ancora da normare, ha parlato in collegamento Patrizia Asproni, Presidente ConfCultura, da sempre impegnata nella realizzazione di meeting place per aiutare le imprese a utilizzare la cultura come leva di sviluppo economico e sociale: “Oggi la cosa più importante sono i dati e la gestione di essi, perché servono per orientare gli investimenti e per applicare modelli predittivi, che sono sempre più importanti per anticipare e gestire i cambiamenti dovuti alla crisi post pandemica e alla pervasività del digitale”, ha affermato Asproni. Il Segretario Generale Fondazione CRT e AD di OGR, Officine Grandi Riparazioni, Massimo Lapucci ha invece posto l’accento sul ruolo delle Fondazioni private a supporto dell’arte e della cultura, illustrando proprio l’esempio di Fondazione CRT e della ristrutturazione e riapertura delle OGR Torino. “L’investimento sul capitale umano e sulle competenze è al centro dell’azione di Fondazione CRT, in particolare attraverso le OGR vogliamo confermare il ruolo centrale della cultura e dell’arte come discipline per la ripartenza e il dialogo con altri campi come il tech e l’innovation, anche con progetti come STARTS (Science Technology+Arts), promosso dalla Commissione europea”, ha spiegato Lapucci. Di raccontare mezzi e modelli di investimenti culturali – dall’ArtBonus alle sponsorizzazioni – nell’ambito del mecenatismo culturale incentivato dallo Stato, se ne è occupato Augusto Raggi, AD EnelX Italia, la linea di business globale di Enel che si occupa di dare beneficio ai sui clienti trasformando l’energia in servizi. Lo stesso ha illustrato le strategie che l’azienda mette in campo per promuovere una fruizione del patrimonio culturale sempre più inclusiva e priva di impatti per l’ambiente all’insegna di un forte contributo allo sviluppo urbano. “Investire in arte e cultura si può, attraverso la collaborazione pubblico-privato, in un rapporto di sinergia e reciproco interesse a beneficio della collettività, in un’ottica di piena valorizzazione del nostro patrimonio artistico”, ha precisato Raggi.

L’intervento di Francesca di Carrobio, Amministratore Delegato Hermès Italia, si è invece incentrato su arte e moda, presentando il caso Hermès per illustrare come si rilancia il patrimonio culturale di una nazione: “Siamo in un Paese che tutti ci invidiano per le nostre bellezze, per lo stile di vita, per l’arte e la cultura, ma anche per le nostre artigianalità. Per rilanciare l’Italia la differenza la fa ognuno di noi, con le proprie competenze. Siamo tutti responsabili di questa rinascita”, ha precisato Di Carrobio.

A chiudere il confronto, ha sottolineato invece la necessaria semplificazione della burocrazia e di un cambio di mentalità, Massimo Osanna, il Direttore della Direzione Generale Musei Italiani del MiC e Promotore di sistemi innovativi di gestione anche partecipata, dei musei e dei luoghi di cultura. Dopo aver cambiato il volto di Pompei rendendolo un modello gestionale di riferimento internazionale, assunto il nuovo incarico dal 2020, Osanna ha affermato: “È importante fare rete, partendo dal territorio affinché sia un network davvero radicato, sempre più fruibile e sostenibile”.

Il talk di Casina Valadier, che dà appuntamento ai successivi panel aperti al pubblico (previa prenotazione) in programma il 19 novembre e il 17 dicembre 2021, si è concluso con un brindisi con assaggi di chef Massimo D’Innocenti nell’incantato scenario di Hortus, il giardino romantico del famoso palazzo neoclassico che guarda sugli iconici tetti del cuore di Roma. Una location che sposa a pieno lo spirito dell’appuntamento: nei mesi scorsi, è stato infatti avviato il progetto Restart di Casina Valadier che verte su un’innovativa idea di cultura, di gusto e di intrattenimento, secondo una visione contemporanea che si snoda sulle direttrici della sostenibilità ambientale, dell’eticità dei processi e della valorizzazione del made in Italy. “Il fine era far diventare la struttura un vero e proprio incubatore di grandi progetti per la riduzione dell’impatto ambientale e per la sostenibilità, e per la cultura. Il panel di oggi dà valore a questo percorso”, ha ricordato Montefusco salutando i presenti. Il primo talk che si è appena concluso, come anche i prossimi due, danno diritto ai crediti formativi per chi vi partecipa. Proprio Marcello Presicci, membro fondatore della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, nello sposare l’iniziativa, aveva sottolineato: “Viviamo in un’epoca caratterizzata dall’assenza dei tradizionali consessi necessari alla costruzione delle future classi dirigenti e dalla scarsità di luoghi utili a produrre dialoghi e riflessioni scevre da pregiudizi politici. Per questo siamo davvero lieti di poter collaborare con RDS, mettendo a disposizione il vasto capitale umano presente nella Scuola Politica tramite i membri della governance ed i nostri prestigiosi docenti”.