Redazione
A CASINA VALADIER SI RACCONTA IL FUTURO: SERATA CONCLUSIVA DEL PRIMO CICLO DI INCONTRI AD ARTE
IL PANEL CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO DI INCONTRI AD ARTE SUL TEMA “IL RAPPORTO TRA INNOVAZIONE, COMUNICAZIONE E PATRIMONIO CULTURALE” SI È TENUTO GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO E HA RAPPRENSETATO UN MOMENTO CHIAVE NELLA DEFINIZIONE DEL POSITION PAPER VOLTO A FAVORIRE LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO DA PRESENTARE AL GOVERNO.
“Il nostro compito è immaginare il futuro attraverso l’incontro delle intellighenzie e dello scambio interculturale tra le competenze più elevate e trasversali” con queste parole Massimiliano Montefusco, patron di Casina Valadier e General Manager del Gruppo Radio Dimensione Suono, ha dato il benvenuto agli ospiti chiamati a confrontarsi sul tema della serata “Il Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale” nell’ambito del ciclo di appuntamenti Incontri ad Arte. Il primo ciclo, nato dalla collaborazione tra la non profit Verderame Progetto Cultura, la Scuola Politica “Vivere nella Comunità” e RDS (Radio Dimensione Suono), si chiude con l’impegno di elaborare una sintesi dei contributi emersi al fine di produrre un position paper da sottoporre alle istituzioni competenti, in primis il Comune di Roma Capitale, perché possano essere avviate azioni concrete.
“Il Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale”
E’ il tema dell’ultimo incontro al quale sono stati chiamati a dibattere Paolo Boccardelli, Dean LUISS Business School, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione Re Rebaudengo, Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese, Stefano De Alessandri, CEO Ansa, Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability di A2A e Stefano Ciurli, CEO Ptsclas.
Anche in questa occasione a moderare gli ospiti della serata è stata la fondatrice della non profit Verderame, nonché assessore al I Municipio con delega alla Cultura, Scuola, Sport e politiche giovanili Giulia Silvia Ghia che li ha introdotti invitando la platea a una riflessione sul processo di trasformazione delle conoscenze approfondite in cultura. Parole chiave di questo processo sono la condivisione della conoscenza e la sua divulgazione. “La conoscenza solo se condivisa diventa cultura di tutti” ha sottolineato la Ghia “e solo se divulgata con umiltà diviene cultura per tutti”.
L’ultimo dei tre Incontri ad Arte tenutisi a Casina Valadier ha fatto emergere la necessità di rendere fruibile a tutti il patrimonio artistico attraverso la formazione di competenze specifiche dotate di strumenti digitali e tecnologie di avanguardia in grado di ripensare i classici luoghi deputati alla conservazione delle opere d’arte, di consentire di vivere i musei e le gallerie in modo nuovo, di avvalersi sempre di fonti accreditate, di avere le metodologie adeguate per utilizzare l’immensa mole di informazioni che un sistema che fa rete raccoglie e sulla necessità di poter accedere ai finanziamenti necessari a rendere fattibile la transizione economica per la conservazione e la divulgazione dei beni culturali attraverso la partnership tra pubblico e privato e l’essenziale coinvolgimento delle amministrazioni locali.
GLI INTERVENTI
La transizione digitale ed ecologica e il rilancio delle città passano per un necessario investimento nella formazione culturale del capitale umano volto a operare in modo tale che il cittadino possa trovare la sua piena realizzazione nella funzione di creatore e fruitore di servizi. In questa scia si pone l’intervento del primo relatore della serata Paolo Boccardelli, Dean LUISS Business School. Tra i fondatori della Scuola Politica “Vivere nella Comunità,” ha sottolineato l’emergenza che sta vivendo il nostro Paese sotto il profilo delle competenze e del loro utilizzo per il suo sviluppo. Il nostro Paese forma competenze che il mondo del lavoro non assorbe costringendole ad andare all’estero. In un momento di transizione come questo, l’obiettivo della Scuola Politica “Vivere nella Comunità” (da qui il suo nome) è quello di riportare le competenze nella comunità. “Siamo il paese con maggior siti dell’Unesco, abbiamo un effettivo valore prodotto dalla nostra cultura troppo basso rispetto al suo potenziale. Un esempio virtuoso di investimento – riporta Boccardelli – è stato Generazione Cultura, un progetto nato in seno alla Luiss con alcuni fondi del Ministero dei beni Culturali, per formare giovani per produrre innovazione digitale nel settore della cultura. Questo progetto ha unito due patrimoni preziosissimi, i giovani e la cultura.”
E di giovani come fucina di patrimonio artistico ha parlato Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione Re Rebaudengo. La passione per l’arte contemporanea, la funzione delle committenze, la valorizzazione di forme espressive contemporanee non legate solo alla pittura e alla scultura ma alle performance, alle istallazioni, ai video e ai film sottolineano la volontà di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo di comunicare l’arte attraverso canali nuovi, che siano popolari. Afferma infatti che “L’arte deve uscire dai musei e appropriarsi delle piazze, dei borghi e deve essere comunicata attraverso un linguaggio che non crei distanze ma che sia orizzontale. Comunicare l’arte, e soprattutto l’arte contemporanea non è semplice. La fondazione lavora per sostenere e aumentare il patrimonio culturale. La committenza ha un valore enorme poiché la committenza accresce e diversifica il nostro patrimonio artistico.”
Dall’arte contemporanea al contenitore delle maggiori opere dal XV al XVIII, attraverso la testimonianza di Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese. La gestione in tempo di pandemia di uno dei più importanti musei italiani ha evidenziato la necessità di trovare canali di comunicazione alternativi in grado di comunicare l’opera e il luogo. Il preziosissimo scambio che avviene davanti a un’opera d’arte, la contestualizzazione in loco della stessa creano e accrescono la conoscenza. Un luogo come la galleria Borghese imprime di significato le stesse opere che espone. In un’ottica di valorizzazione e conservazione del Museo è stato sviluppato, in collaborazione con il Dipartimento di architettura della Sapienza il progetto BIM (Building Information Modeling): un modello digitale, informativo e dinamico che contiene tutti i dati sulla struttura del museo che consentirà di indirizzarne gli interventi conservativi e di restauro unitamente alle informazioni necessarie per la programmazione degli allestimenti. “Il digitale – afferma la Cappelletti – deve trovare adesività alle necessità del museo e dello studio”.
Una testimonianza preziosissima in tema di strategie di comunicazione è stata, poi, offerta da Stefano De Alessandri, CEO Ansa, da sempre interessato alla valorizzazione dei brand editoriali e nello sviluppo integrato del digitale. In un tempo in cui la comunicazione e i media passano veloci attraverso l’utilizzo dei social si fa sempre più urgente la necessità di garantire la veicolazione di notizie che siano vere, al fine di accrescere quella conoscenza approfondita che è alimento di cultura, e allo stesso tempo di trovare un lessico e una impostazione di comunicazione che non siano pesanti e didascalici interessando il pubblico alle notizie culturali. Ansa è senz’altro la piattaforma più importante di distribuzione di notizie autorevoli (circa tremila al giorno) il cui palinsesto è disegnato dagli eventi quotidiani e in cui le notizie culturali fanno fatica a inserirsi. La chiusura dei teatri in tempo di pandemia e la scelta di accordare agli enti lirici lo spazio sul sito Ansa per la realizzazione di spettacoli che, pur non portando guadagno, davano la possibilità alle maestranze di lavorare ha portato i canali Sky e Rai a fare la stessa cosa. “Questo testimonia il fatto che sebbene la cultura faccia fatica a inserirsi nella dieta mediatica se c’è proattività e innovazione nella forma comunicativa la risposta arriva e la cultura circola”. Allo stesso modo la tecnologia consente anche di garantire la veridicità delle informazioni divulgate. “Ansa – continua De Alessandri – certifica in blockchain le proprie notizie, un’autocertificazione per garantire e assumersi la responsabilità del divulgato. Da una ricerca americana risulta infatti, che questo modello di autocertificazione è un modello che il resto del mondo della stampa sta imitando”.
Ma la conservazione e la veicolazione della cultura hanno necessariamente bisogno di soldi, la cui raccolta passa attraverso le sponsorizzazioni. Di questa necessità e di come la risposta delle aziende ad investire in cultura sia in crescita ha parlato Carlotta Ventura Direttore Communication, Sustainability di A2A. Di rilevante importanza il rapporto delle aziende con le comunità. “Oggi si parla di sostenibilità che è rispetto dell’altro e dell’ambiente e perciò di restituzione. In questa ottica, -continua la Ventura- un valore enorme ha avuto l’art bonus (un esempio a testimonianza il restauro del Mausoleo di Augusto grazie alla Fondazione Tim) e l’attitudine che si sta consolidando di lavorare in continuità e non one shot attraverso partnership tra pubblico e privato”.
Chiamato a dare un contributo attraverso un business model che consenta di comunicare nel giusto modo il patrimonio culturale ereditato e attuale e a fare una sintesi dei dati emersi dai diversi contributi Stefano Ciurli, CEO Ptsclas che ha sottolineato come l’analisi dei dati consenta di innovare, creare e rinnovare. Vivere con strumenti e modalità diverse. “Gli ultimi tre anni ci hanno costretti a divenire digitali con un necessario cambiamento dell’offerta e della fruizione dei servizi e di conseguenza hanno evidenziato una carenza di competenze e di comprensione dei ruoli che ognuno dovrà occupare. Il mondo della comunicazione e della pubblicità saranno quelli maggiormente impattati dall’avvento delle nuove tecnologie poiché cambierà il modo di comunicare gli stessi contenuti. Ma anche le aziende della cultura attraverso la digitalizzazione potranno migliorare la loro gestione sia tramite l’applicazione di tecniche digitali che attraverso l’analisi dei dati: questi due elementi potranno influire sulla qualità e quantità del pubblico raggiungibile. Come Ptsclas abbiamo lavorato nei campi più diversi con un pensiero che guarda al futuro basato sulla sostenibilità. La chiave per il successo dell’innovazione è la comprensione del ruolo: chi propone la tecnologia, chi offre il servizio e chi lo deve sviluppare, e in questo ultimo ruolo gioca una carta decisiva l’esperienza che deve essere messa al servizio del nuovo. L’invito è Be Open, guardare al futuro per imparare dal futuro.”