Daniele Spoletini: “tutto cominciò per gioco”

di Antonio Stanzione

Daniele Spoletini si racconta ad Antonio Stanzione, dai primi passi in cucina fino ad oggi, non mancheranno sogni e curiosità.

La carriera di Daniele Spoletini in cucina inizia quasi per gioco, durante i fine settimana, a Bellegra, comune situato alle porte della capitale a circa 800 metri sul livello del mare, tra pranzi e cene con gli amici, qualcuno di loro, nel 2013 si accorse che aveva potenzialità.

Così un giorno Daniele decide di approdare nella vecchia sede del Gambero Rosso a Roma, qui gli si apre un mondo, comincia a conoscere nuove tecniche di cucina e grandi chef, qualcuno anche stellato, ma uno in particolare lo notò e decise di portarlo con sé a Bevagna, in Umbria era lo chef Filippo Artioli, proprietario della Trattoria di Oscar, con molti premi e guide al seguito, uscito dalla scuola di Bruno Barbieri ed Igles Corelli.

Dopo un anno in Umbria la carriera di Daniele Spoletini comincia a movimentarsi e così cominciano i viaggi in giro per il mondo, dalla Spagna al Medio Oriente, dalle Isole Cayman alla sua ultima esperienza in Austria, al Ristorante Al Borgo, dove dopo poco più di sei mesi ha portato un riconoscimento Michelin.

Ora è giunto il momento di cambiare aria, ma conosciamo meglio Daniele Spoletini e sarà lui a dirci cosa bolle in pentola.

Daniele Spoletini

 

Daniele via dal Ristorante Al Borgo in Austria per tornare in Italia, dove e perché?

Sono tornato in Italia per guidare la baita, “L Mulinè”, da soli 30 posti a Selva di Val Gardena, sono felice come un ragazzino quando arriva Natale, la cucina è tutta la mia vita, ogni giorno studio per migliorarmi, e cerco sempre fornitori onesti e che sappiano allevare e coltivare materie prime senza nessun inganno, poi io ovviamente cerco di non stravolgere troppo, e di rispettarle sempre.

Qual è la persona alla quale devi di più professionalmente?

La persona alla quale devo la mia carriera é lo  Filippo Artioli, lo chef del ristorante la trattoria di Oscar a Bevagna(Umbria). Ho iniziato con lui, nel suo ristorante, la mia prima vera e propria esperienza lavorativa ed é riuscito a trasmettermi l’amore e la passione per la Cucina

Piatto

Delle tue esperienze all’estero, quale ti ha insegnato e formato di più?

L’esperienza tecnicamente più formativa é stata quella alle Isole Cayman,  dove ho imparato molto sulle tecniche di lavorazione del pesce. Mi ha inoltre permesso di entrare a contatto con diversi stili culinari.

Cosa pensi dell’agricoltura biologica?

Penso che l’agricoltura biologica dia frutto a materie prima di gran lunga migliori rispetto all’agricoltura convenzionale nel pieno rispetto dell’ecosistema grazie al NON utilizzo di prodotti chimici.

Qualè il piatto che più ti rappresenta e perché

Il piatto che più mi rappresenta è La Coda alla Vaccinara, Piatto tipico della cucina laziale. Questo piatto mi ricorda le domeniche in famiglia, dove era quasi sempre presente. Ma vi assicuro che nonostante la mia sia ottima, quella di mia Nonna è insuperabile.

L’ingrediente del tuo cuore?

Non ho un vero e proprio ingrediente del cuore ma amo dare a tutti i miei piatti un qualcosa in più che parte dalla preparazione di Fondi e Brodi  (che siano di carne o pesce) utilizzando al meglio la materia prima senza nessun tipo di Spreco!  

Primo

Dove ti vedi tra 10 anni?

Bella domanda… tra 10 anni spero di   di poter aprire un Ristorante mio, con un orto e un allevamento proprio e di gestirlo insieme alla mia Compagna.

Ci racconti il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno del cassetto è quello di ricevere riconoscimenti dalle più importanti guide Italiane.

Ringraziamo L Mulinè di Selva di Val Gardena