Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

di Antonio Stanzione 

Ciliegiolo di Maremma e d’Italia: un evento dedicato alla riscoperta di un vitigno autoctono

Al via la manifestazione, prevista per domenica 7 e lunedì 8 maggio alla fortezza Orsini di Sorano, per accogliere wine lovers e addetti ai lavori

Domenica 7 e lunedì 8 maggio si svolgerà la kermesse sul Ciliegiolo, un appuntamento rivolto ad enoappassionati e operatori del settore: giornalisti, sommelier, enotecari, ristoratori e rappresentanti del sistema vitivinicolo. Gli ospiti avranno la possibilità di degustare, vini di produttori di Maremma, di altre zone della Toscana e d’Italia, a partire da Liguria, Marche e Umbria.

Una degustazione con masterclass tematiche in una location spettacolare: la Fortezza Orsini, in provincia di Grosseto, un imponente complesso medioevale – ora adibito ad hotel e spazio per eventi – situato nella parte alta del comune di Sorano, con una vista incredibile sulle colline maremmane.

Obiettivo dell’evento: riunire tutti i produttori di Ciliegiolo, vitigno unico, caratterizzato da un colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei, dal sapore e profumo che ricordano la frutta matura e dal gusto piacevole ed equilibrato. Una varietà recentemente riscoperta e valorizzata, che deve il suo nome proprio al colore dell’acino e agli aromi del vino, che richiamano in modo esplicito la ciliegia sotto spirito.

Ciliegiolo di Maremma e d’Italia nasce dal fil rouge con Ciliegiolo Academy, associazione nata durante le manifestazioni andate in scena negli anni precedenti in Umbria e più precisamente a Narni, nel cuore dei Colli Amerini, altro enclave importantissimo per questo fantastico vitigno. Oggi, per la prima volta la manifestazione si svolge nella Maremma toscana, dove il Ciliegiolo vede la sua più ampia espressione con quasi il 60% dei 525 ettari vitati totali tra Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Abruzzo.

Abbiamo intercettato uno dei promotori di questa fantastica iniziativa, Edoardo Ventimiglia, nonché socio fondatore, insieme a Leonardo Bussoletti e Antonio Camillo, di Ciliegiolo Academy, associazione nata nel 2017, con l’idea di promuovere la conoscenza del Ciliegiolo in appassionati e nei winelovers. Dopo diversi eventi in giro per l’Italia, si è avuta una battuta d’arresto a causa della pandemia che ha colpito l’intero pianeta, ma questo non ha fermato lo spirito di Ciliegiolo Academy.

Con lo stesso spirito del 2017, Edoardo insieme alla Fisar Colline di Maremma ha proposto la kermesse al Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana, che ha vinto le resistenze espresse in passato a riguardo, grazie anche ad un articolo di Monica Larner e così, si è arrivati a questa iniziativa organizzata anche grazie all’impegno del presidente del consorzio Francesco Mazzei e del direttore Luca Pollini; a detta dello stesso Ventimiglia, rappresenta l’anno zero e quindi la prima di tante altre manifestazioni da promuovere in giro per la penisola.

Ciliegiolo

da sinistra: Francesca Ventimiglia, Edoardo Ventimiglia e Carla Benini

Ciao Edoardo, insieme a tua moglie Carla Benini avete fondato Sassotondo nel 1997, quando in Maremma era sicuramente più facile, immediato e remunerativo puntare sui vitigni internazionali o sul Sangiovese, come nasce, quindi, l’idea del Ciliegiolo?

L’idea nasce da Attilio Pagli, amico ed enologo di Sassotondo, certamente tra le persone che hanno riscoperto e fatto conoscere il Ciliegiolo a livello internazionale. Proprio nel 1997, Pagli assaggia l’uva della vigna di San Lorenzo il “Cru” di Sassotondo e ci convince a puntare in maniera forte e decisa sul Ciliegiolo.

Era il 1999 quando bisognava piantare i nuovi vigneti e nel parcheggio di Benvenuto Brunello, Attilio Pagli dice “vi voglio fare una proposta oscena: perché non facciamo un ettaro intero di Ciliegiolo… e ancora peggio, perché invece di comprare le barbatelle in vivaio non facciamo una selezione massale dalla vigna di San Lorenzo?”

Il Ciliegiolo ha sicuramente una forte sensibilità al terroir, per cui è di fondamentale importanza coltivarlo sui terreni adeguati come quelli vulcanici di Sassotondo e della Maremma; è, inoltre, un’uva plastica che si adatta ai terreni in cui si trova e restituisce ciò che il terreno e il luogo di origini gli da, non teme il caldo, cosa non di poco conto, visti i cambiamenti climatica che ci stanno interessando. Da questo punto di vista, la Maremma grossetana rappresenta una delle aree più interessanti per questa varietà, così come interpretazioni importanti si trovano in Umbria tra l’Orvietano e i Colli Amerini, in alcune aree delle Marche.

Come San Lorenzo arriva a diventare un vino riferimento per il Ciliegiolo e la Maremma innanzitutto, ma direi un vino quasi iconico per tutta la penisola?

Con due semplici parole: coerenza e continuità nel tempo. Arriva da un luogo particolare, con un terreno vulcanico di origine piroclastica e una vigna vecchia quella di San Lorenzo appunto, che ogni anno esprime le uve migliori di tutta l’azienda. Ora, una parte della vigna di circa un ettaro, dove non c’era il Ciliegiolo è stata ripiantata con una attenta microzonazione, in collaborazione con l’agronomo cileno Pedro Parra, dove sono stati individuate ben nove parcelle. Il San Lorenzo è un vino longevo, elegante e mai muscoloso, anche quando un tempo erano di moda i vini muscolari appunto.

Perché il Ciliegiolo nonostante fosse un vitigno plastico non è entrato a far parte della base ampelografica per i vini di tante regioni italiane? E’ perché non si presta ad altri territor,i oppure perché in pochi ci hanno investito come voi.

Entrambi i motivi. Oggi c’è maggiore attenzione verso il ciliegiolo, è un vitigno versatile, è un vitigno per i giovani, anche perché esprime vini con i quali è possibile giocare con le temperature in quanto esprime tannini equilibrati.

Qual è il numero totale di produttori di Ciliegiolo in purezza presenti alla manifestazione “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, come hanno accolto gli altri produttori questa manifestazione e quale obbiettivo vi siete posti?

I produttori presenti saranno 43 di cui 30 maremmani su 57 totali. La manifestazione è stata accolta con grande entusiasmo da tanti viticoltori, tanto che da Narni arrivano tutti in massa, così come sarà presente Gagliardi dalle Marche e tanti altri sono incuriositi. L’obbiettivo è cercare di comunicare più possibile che il Ciliegiolo c’è, può durare a lungo, è un vino per i giovani ed è da diffondere nella maniera giusta senza arrivare alla massificazione di questo. Inoltre, può essere uno stimolo per gli altri produttori per andare verso una vinificazione in purezza del Ciliegiolo.

Quale futuro immagini per il Ciliegiolo?

In maremma è il secondo vitigno più piantato dopo il vermentino ed è in espansione. Vedo un futuro in crescita per il Ciliegiolo e la speranza è quella che, comunque, i vini siano posizionati su una fascia di prezzo medio alto.

L’iniziativa  ideata da Ciliegiolo Academy e Fisar Colline maremmane  è coordinata e organizzata dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana con il patrocinio del Comune di Sorano.

Aziende partecipanti a Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

N. Azienda
1 Cantina LaSelva
2 I Cavallini
3 Tenuta Aquilaia
4 Alberto Motta
5 Valdonica
6 Cantina “I Vini di Maremma” S.A.C.
7 Val delle Rose
8 Cantina Vignaioli di Scansano
9 Val di Toro
10 Tenuta Roccaccia
11 Rascioni & Cecconello
12 Tenuta Montauto
13 Cantina di Pitigliano
14 La Mozza
15 Le Rogaie
16 Sequerciani
17 Terre dell’Etruria
18 Montenero
19 Podere Poggio Bestiale
20 Antonio Camillo
21 Santa Lucia
22 PoggioargentierA
23 Le Vigne
24 Tenuta Agostinetto
25 Mambrini Viticoltori
26 Sassotondo
27 Erik Banti
28 Fattoria Mantellassi
29 Tenuta Fabbrucciano
30 Azienda Agricola Pino Gino
31 Mastrojanni
32 Leonardo Bussoletti
33 Fontesecca
34 Cantina Sandonna
35 Cantina Giovannini
36 Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
37 Piazzano
38 Piancornello
39 Gagliardi
40 Fattoria Fibbiano
41 Azienda Agricola Ruffo della Scaletta
42 Terre d’Aquesia

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