Peppe Stanzione, un’esperienza stellare al Glicine

di Antonio Stanzione

Nel corso della vita, è importante farsi, un regalo, di qualsiasi tipo, che sia un oggetto, un viaggio, una breve esperienza; una coccola che possa regalare gioia, relax o, meglio ancora, una “vista” inedita su un panorama che conosci da sempre.

Così, ho deciso di far visita ad un amico, mio e di Guida Bio e, con mia moglie Nicoletta, ci siamo diretti al ristorante “Glicine” dell’Hotel Santa Caterina di Amalfi, dove ad accoglierci c’era Peppe Stanzione con la sua cucina stellata e stellare.

Incastonato in uno dei panorami, senza ombra di dubbio, più belli ed affascinanti al mondo, il Glicine colpisce per eleganza e sobrietà, facendo sentire i propri ospiti i protagonisti di una serata incantevole. Dal primo istante al momento dei saluti, tutto lo staff è attento ad ogni tua minima esigenza con professionalità ed educazione.

Il menù, completo e raffinato, con delle proposte territoriali, ma non solo, prevede la possibilità di scegliere tra menù degustazione (da due a sei portate tra le più rappresentative dello chef Stanzione) o à la carte. Scelti due menù degustazione, si passa alla scelta del vino.

La carta dei vini curata dal sommelier Luca Amato è il giusto compromesso tra territorialità e competenza; tra le eccellenze presenti in carta, giustamente ricercate e provenienti da altre regioni, io parto con una richiesta che mi permette di rompere il ghiaccio con Luca, il Fiano di Avellino Oi Nì di Tenuta Scuotto; ma non mi andava di bere un vino di tale eleganza, complessità e longevità così giovane, quindi chiedo se fosse presente in cantina un’annata più vecchia e per l’esattezza gli chiedo la più vecchia che ha a disposizione; sarà Oi Nì 2017 ad accompagnarci lungo tutto il viaggio gastronomico, chiuso con un assaggio dello stesso vino, ma del 2015.

da sinistra: Peppe Stanzione, Luca Amato e Antonio Stanzione mancava solo il produttore di Oi Nì, Adolfo Scuotto

È il momento dello chef e qui sale in cattedra Peppe Stanzione, sublime l’entrè di benvenuto, una serie di finger food di grande equilibrio, eleganza e concentrazione di sapori.

Si passa poi agli antipasti, la mia variazione sul tema degustazione, gentilmente accolta dallo chef, era l’Uovo Biologico, polentina bramata, grana di bufala e tartufo locale, un piatto dove la grassezza e la tendenza dolce dell’uovo si sposano alla perfezione con la polentina e il tartufo e sono equilibrati dalla giusta dose di parmigiano, buonissimo.

Uovo Biologico, polentina bramata, grana di bufala e tartufo locale

Uovo Biologico, polentina bramata, grana di bufala e tartufo locale

Arriviamo al piatto che forse attendevo più di tutti gli altri, la Parmigiana di Melanzane 2.23. Alla vista si presenta di grande scena ed eleganza, l’aspetto non ti fa affatto pensare alla parmigiana, ma il gusto è sorprendente, ti porta subito alla mente il sapore della parmigiana e si distinguono in maniera netta tutti gli ingredienti, che vivono in simbiosi tra di loro rievocando in me ricordi da bambino spensierato.

Parmigiana di Melanzane 2.23

Parmigiana di Melanzane 2.23

E’ ora del primo ed ecco arrivare le Bavette al Limone con Gamberetti di Nassa. Eleganza, equilibrio, gusto e sorpresa si fondono in questo piatto che stupisce ad ogni assaggio e ti riporta immediatamente con la memoria al luogo in cui ti trovi e a quella costiera amalfitana tanto bella e sorprendente. Sembra quasi di ripercorre la strada fatta per arrivare fino a questo angolo di paradiso, ricca di curve e paesaggi mozzafiato tutti da scoprire e ammirare così come è da scoprire l’effetto wow di questo piatto. Volete sapere qual è?

Regalatevi una coccola con tanto di emozione e andate a trovare Peppe Stanzione.

Bavette al Limone con Gamberetti di Nassa

Bavette al Limone con Gamberetti di Nassa

Scampo abbrustolito con latticello, bietolina, finger lime, e crumble alla nduja; qui le parole d’ordine sono finezza e complessità, che si fondono in una sorprendente armonia gustativa dove nessun elemento sovrasta gli altri.

Scampo abbrustolito con latticello, bietolina, finger lime, e crumble alla nduja

Scampo abbrustolito con latticello, bietolina, finger lime, e crumble alla nduja

Arrivati al dessert, Peppe ci delizia con uno dei suoi cavalli di battaglia, “Bufala e lampone”, nato ben dodici anni fa con soli due ingredienti e che, come lo stesso chef ci confida, si è arricchito ogni anno di un ulteriore elemento. A stupire è l’armonia gustativa di un piatto, la cui presentazione artistica appaga anche la vista: temperature e consistenze diverse danno vita ad un assaggio teso e stupefacente, dolce, ma ricco di freschezza e che vorresti non finisse mai.

Bufala e lampone

Bufala e lampone

Ringraziamo Peppe Stanzione Chef del Ristorante “Glicine” dell’Hotel Santa Caterina di Amalfi