di Antonio Stanzione
Tra i tanti eventi enologi dell’estate siciliana, a fine luglio, è andata in scena la terza edizione di Drink Pink in Sicily, la declinazione in rosato dell’enologia isolana, ideata e organizzata da Gea Calì.
Un’edizione ricca di spunti di riflessione e con un format di successo, che quest’anno si è affacciato dalle terrazze di Barone di Villagrande, storica azienda del versante est dell’Etna.
LE MASTERCLASS
La terza edizione si è aperta con la Masterclass “La vie en rose, tra Sicilia e Provenza”, tenuta magistralmente dal Presidente nazionale ONAV Vito Intini. Il tema della stagione ha avuto l’obiettivo di sfatare un tabù, che vede il vino rosato come il classico nettare da aperitivo, da beve fresco e giovanissimo. Vito Intini ha mostrato e dimostrato che, per i transalpini, guarda caso i maggiori produttori mondiali di vini rosati con il 26% della produzione, il rosato è un vino da bere non necessariamente giovane e che ne esistono espressioni molto longeve.
Ma non solo i francesi bevono vini rosati con qualche anno sulle spalle, dopo Vito Intini, infatti, la seconda Masterclass ha dimostrato come anche noi italiani sappiamo produrre ottimi vini rosati da invecchiamento.
Camillo Privitera dell’azienda siciliana Vigneti Primaterra e Presedente AIS Sicilia, insieme a Mariangela Parrilla di Tenuta del Conte, ci hanno condotto in un viaggio tra “I cugini del Sud” Gaglioppo e Nerello Mascalese, declinati rigorosamente in rosato.
Nel corso della Masterclass si sono susseguiti ben otto vini a confronto in due verticali, una per ogni azienda. Il risultato e il confronto hanno sorpreso tutti i partecipanti che si sono meravigliati per la complessità, la piacevolezza e la leggiadria con la quale i nettari con più anni sulle spalle si sono espressi.
Veri e propri mattatori sono stati il Cirò Rosato Doc 2010 di Tenuta del Conte e l’Etna Rosato Doc 2013 di Vigneti Primaterra, che hanno dimostrato a tutti, ancora una volta, che i transalpini hanno ragione a preferire vini rosati con qualche anno sulle spalle.
I BANCHI D’ASSAGGIO
Contestualmente alle due Masterclass, sono stati aperti i banchi d’assaggio, presi letteralmente d’assalto, con i vini, declinati in varie categorie, dai fermi ai mossi agli spumanti metodo classico, distinti nelle tre aree geografiche di appartenenza: Val Demone, con una sezione dedicata all’Etna, Val di Mazara e Val di Noto.
La particolare formula ideata da Gea Calì ha riscosso un grande successo di pubblico, ma la cosa più interessante di tutte è stata la ragguardevole presenza di produttori, che si sono divertiti molto e hanno potuto condividere un importante momento di confronto e convivialita’, tra le circa 110 referenze pervenute da tutta la Sicilia.
A tutto ciò si è aggiunta un’interessante appendice dedicata al food con diverse proposte gastronomiche di svariati produttori agroalimentari siciliani, arricchite da alcuni piatti scelti da Vittorio Caruso, Resident chef di Barone di Villagrande.