FONTEFICO, SALE LA “FEBBRE D’ABRUZZO”

di Andrea Mazza

Il vino di cui voglio parlarvi oggi lo produce un’ azienda abruzzese che si trova precisamente a Vasto in provincia di Chieti in Abruzzo, il suo nome è Fontefico.

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Questa si estende per circa 15 ettari vitati, coltivati con metodi biologici. Ma quello che la rende speciale è che ogni vino proviene da un singolo e specifico vigneto: un CRU con caratteristiche uniche e irripetibili.

Questo è alla base della loro filosofia di produzione che si incentra sulla scelta accurata di ogni elemento del vino a partire proprio dal vigneto per arrivare alla cernita di ogni singolo grappolo di uva.

Vigneti

Le  Vigne  guardano il mare e sono baciate dal sole e il  microclima conferisce un contributo determinante per la salubrità dell’ uva. Infatti sul promontorio di Punta Penna, i venti freschi e salini del Mar Adriatico attraversano costantemente le vigne mantenendole asciutte, sane e nelle annate molto calde contribuiscono a contenere le temperature tra i filari.

Quando arriva il momento della vendemmia le uve vengono raccolte rigorosamente a mano e riposte in piccoli carretti o in cassette da 20 kg e lavorate entro solo 20 minuti, per preservare al massimo la qualità.

A proposito di qualità e unicità, ora voglio raccontarvi di un loro vino specifico che mi ha colpito ed emozionato proprio per le sue caratteristiche uniche.

Febbre d'Abruzzo

Febbre d’Abruzzo

Si chiama Febbre d’Abruzzo.

E’ un Rosato non rosato, un cerasuolo non cerasuolo (perché non rispetta il disciplinare) e, di certo è un grande vino.

Colpisce subito grazie al suo colore rosso rubino trasparente, ma vivo e brillante.

I profumi sono fini, puliti e complessi, sicuramente non scontati e ogni volta  il naso va a cercare il bicchiere perché sai che sentirai qualcosa di diverso e sei curioso e allora non resisti. Dei suoi profumi si possono riconoscere piccola frutta rossa, terra, pepe, erbe aromatiche, sbuffi iodati e accenni balsamici, ma c’è tanto altro.

La sensazione è subito quella di essere davanti a qualcosa di nuovo.

Il liquido fa il suo ingresso al palato, inizialmente concentrato e morbido per poi alleggerirsi e scorrere con una buona acidità ma in particolare con grande sapidità che a tratti è vero e proprio sale, sale d’ Abruzzo che contribuisce  a regalare una persistenza notevole.

Il vino è dinamico, piacevole e mutevole, non vuole conformarsi anzi, a lui piace distinguersi e direi che ci riesce!

Io l’ ho bevuto fresco, attorno ai 12/13 gradi circa ma sono curioso di riassaggiarlo a una temperatura più calda per scoprirlo in tutta la sua versatilità!

Un vino d’ altri tempi, che davanti ad una apparente semplicità nasconde delle stupende complessità.

Quando un vino emoziona e supera le aspettative è proprio lì che nasce la magia!